Un saggio in famiglia

13:45

Ti accorgi che arriva l'estate perché Studio Aperto manda in onda i soliti servizi dalla spiaggia in cui vengono mostrati tette e culi, mentre ti propina i consueti consigli anti-caldo (non esporsi al sole nelle ore più calde, bere tanta acqua, mangiare frutta e verdura, accendere il climatizzatore ecc. ecc.).
Ti accorgi che arriva l'estate dal desiderio irrefrenabile di mangiare riso freddo accompagnato da una bottiglia di birra e dalla necessità di legarti sempre i capelli.
E ti accorgi che arriva l'estate anche perché, sulle bacheche Facebook dei tuoi amici, vedi i loro figli impegnati nei vari saggi di fine anno: il saggio di karate, il saggio di judo, il saggio di danza, il saggio di capoeira e chi più ne ha più ne metta.
Quest'anno, per la prima volta, abbiamo anche noi sperimentato l'emozione di "un saggio in famiglia": Emma si è infatti cimentata nel saggio di "gioco-danza", quattro minuti di spettacolo per i quali si è esercitata tutto l'anno.
L'emozione era palpabile e la tensione si tagliava con il coltello.
Ci siamo attrezzate giorni prima, preparando il nastro da attaccare al tutù e l'acconciatura da vera ballerina di danza classica. 
Era bellissima, con il  tutù bianco, il nastro giallo stretto in vita, lo chignon fermato da lacca e forcine, la margheritona in testa e le sue scarpette ormai consumate da questo primo intenso anno di danza.



Una volta pronta, l'abbiamo lasciata alla maestra di danza insieme alle sue compagne, tutte emozionate e sorridenti.
Mentre eravamo seduti in platea, abbiamo sentito elevarsi da dietro le quinte il grido  "merda, merda, merda"; pochi istanti dopo, si sono spente le luci in sala, si è aperto il tendone ed hanno fatto il loro ingresso sul palcoscenico le ballerine più grandi.
Le ho guardate volteggiare con una certa distrazione dettata dall'ansia di vedere al più presto la mia piccolina sullo stesso palco.
Quando l'ho vista esibirsi mi si è riempito il cuore d'orgoglio: lei, ancora così piccola, eseguiva con diligenza i passi di danza imparati in questi mesi.
E sono rimasta lì immobile, con il fiato sospeso, sperando andasse tutto bene perché per lei era importante non sbagliare, era importante dare il meglio di sé.
Al termine dello spettacolo si è sciolta in un sorriso liberatorio...un sorriso di soddisfazione perché ce l'aveva fatta: aveva danzato per gli spettatori e per se stessa.
Aveva solo due anni quando alla mia domanda "Emma, cosa vuoi fare da grande?", mi aveva risposto "la balleLina".
E domenica ha realizzato il suo sogno di sempre, quello che con il passare dei mesi e degli anni è diventato più consistente e pregnante: danzare davanti ad un pubblico. 
In quei pochi, concitati, minuti, lei si è finalmente sentita una vera ballerina.

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